Il calendario pagano che scandisce il ciclo delle stagioni viene chiamato “La ruota dell’anno”, rappresentata anche come un Ouroboros , disegnato come un serpente che si morde la coda e rappresentante l’eterno ciclo mai interrotto. Gli antichi osservavano il ciclo in tutto ciò che riguardava la loro vita…..Ogni momento di passaggio determinato dai movimenti delle stelle e dal volgere delle stagioni, era vissuto come un momento sacro. Questi momenti particolari venivano celebrati con feste e riti, ed erano l’occasione per entrare in contatto e fondersi con la natura. Il fondersi con la natura dava l’opportunità di toccare le energie assopite, misteriose e magiche affinché si potesse portare nel quotidiano della propria esistenza il ciclo immutabile e costante, armonizzando così le proprie energie.
Le festività che celebravano il percorso del sole e quello della luna, chiamate rispettivamente Sabba ed Esbat,” La Ruota dell’ Anno”…..Il cerchio o la ruota sono simboli che vengono chiamati a rappresentazione del ciclo e del suo movimento che mai si spezza. Il passare di ogni Ciclo non conduce a una fine assoluta, bensì ad un nuovo inizio, dove tutti gli esseri viventi e le loro essenze, continuano a vivere l’ energia rinnovata, sempre uguale e continua nel suo divenire. Quella che può sembrare una ripetizione di gesti, azioni e cicli, per gli antichi non era altro che la conferma rassicurante delle eterne leggi della Natura. Per gli antichi ogni fine era un inizio e ogni inizio una fine, dove ogni cosa esistente era coinvolta non solo al livello spirituale, ma anche al livello materiale.